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§. XVI.
Conclusione.
Io ben so che le opinioni consacrate dalla pratica de’ tribunali, e tramandateci colla veneranda autorità de’ magistrati, sono le più difficili e spinose a togliersi, né posso lusingarmi che ai dì nostri sia per riformarsi di slancio tutto l’ammasso delle opinioni che reggono la giurisprudenza criminale. Credono tutti quei che vi hanno parte, che sia indispensabile alla sicurezza pubblica di mantenere la pratica vigente: la loro opinione, vera o falsa che sia, non pregiudica alla purità del fine che li move. Però conviene che gli sostenitori della tortura riflettano, che i processi contro le streghe e i maghi erano egualmente come la tortura appoggiati all’autorità d’infiniti autori, che hanno stampato sulla scienza diabolica, che la tradizione de’ più venerati uomini e tribunali insegnava di condannare al fuoco le streghe e i maghi, i quali ora si consegnano ai pazzarelli, dacché è stato dimostrato che non si danno nè maghi nè streghe. Tutto quello che si può dire in favore della tortura, si poteva cinquant’anni sono dire della magia. Mi pare impossibile, che l'usanza di tormentare privatamente nel carcere per avere la verità possa reggere per lungo tempo ancora, dopochè si dimostra che molti e molti innocenti si sono condannati al supplizio per la tortura; che ella è uno strazio crudelissimo, e adoperato talora nella più atroce maniera; che dipende dal capriccio del giudice, solo e senza testimonj, l’inferocire come vuole; che questo non è un mezzo per avere la verità, né per tale lo considerano le leggi, nè i dottori medesimi; che è intrinsecamente ingiusta; che le nazioni conosciute dell’antichità non la praticarono; che i più venerabili scrittori sempre la detestarono; che si è introdotta illegalmente ne’ secoli della passata barbarie; e che finalmente oggigiorno varie nazioni l’hanno abolita e la vanno abolendo senza inconveniente alcuno.
FINE