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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
LXXVI
OZIO
Lume ed amor degli eleganti achei,
Ozio, t’invoco: nel mio picciol lare
penetra, e sali sul fiorito altare,
e presiedi a le celie e a’ sogni miei.
Vedrem le ninfe, i satiri, gli dèi,
Argo, Atene, Corinto e d’Ega il mare,
l’Asia, i califfi, le burgundie gare,
le franche giostre e gl’itali tornei.
E incideremo in tavole di rosa
le allegre fantasie dell’intelletto:
che Certaldo di noi non si vergogni.
Ozio d’EIlenia, a me vicin t^ posa,
e dileguiam, sognando. È gran diletto
vanir su l’ala dei ridenti sogni.
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