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di vittorio alfieri | 191 |
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Dunque al dente degli anni un doppio scampo[1]
S’abbia il tuo Colorir dal Cantar mio,
14 Poiché le rime han men fugace il lampo.
CXCV.[2]
Libertà francese.
Di giorno in giorno strascinar la vita,
Incerto sempre, e pallido, e tremante
Or per la pura tua sostanza avíta,[3]
4 Or per l’amico, or per la moglie amante;
Or per la prole insofferente ardita,[4]
Or per te stesso; e l’aspre angosce tante
D’alma sí atrocemente sbigottita,
8 Dover celar sott’ilare sembiante:
Né schermo aver, fuorché di farti infame,
Contro ai buoni tuoi par brandendo l’asta,
11 Sgherro adottivo del plebéo Letáme;[5]
E ancor tremar; poich’esser reo non basta,
Per torti all’empie inquisitorie brame: —
14 La Libertà quest’è, ch’or ti sovrasta.[6]
- ↑ 12. Un doppio scampo, il suo merito intrinseco e le mie rime.
- ↑ La vita diveniva di giorno in giorno piú penosa in Firenze, nell’imminenza che la Toscana venisse invasa dalle armi francesi; tanto piú penosa per l’A., che sapeva essere nota la sua gallofobia e temeva le vendette dei nuovi dominatori. Di tale stato di febbrile agitazione è indice questo sonetto, composto il 13 di gennaio 1798 e che reca nell’autografo l’annotazione: «Avviso al Popolo, cioè ai Possidenti».
- ↑ 3. Per la sostanza che i tuoi padri ti trasmisero pura, non malamente lucrata, come quella trasmessa in pochi lustri dal genitore frugale al giovin signore del Parini.
- ↑ 5. Ricorda il passo del Monti nella Bassvilliana (II, 93):
Voci di spose che ai mariti ardenti
Contrastano l’uscita...,
imitato da quello di Virgilio (Eneide, VII, 518):
Et trepidae matres pressere ad pectora natos. - ↑ 11. Intendasi: scendendo a farti accogliere quasi socio e compagno da questa lurida plebe.
- ↑ 14. Il Monti nella Mascheroniana (I. 177 e segg.), a proposito degli effetti della prima invasione francese:
Vidi prima il dolor della meschina
Di cotal nuova libertà vestita,
Che libertà nomossi e fu rapina.
Serva la vidi, e, ohimè!, serva schernita,
E tutta piaghe e sangue al ciel dolersi
Che i suoi, pur anco i suoi, l’avean tradita.
Altri stolti, altri vili, altri perversi,
Tiranni molti, cittadini pochi,
E i pochi o muti o insidiati o spersi.
Inique leggi e per crearle rochi
Su la tribuna i gorgozzuli, e in giro
La discordia co’ mantici e co’ fuochi,
E l’orgoglio con lei, l’odio, il deliro,
L’ignoranza, l’error, mentre alla sbarra
Sta del popolo il pianto ed il sospiro....