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XXXIV prefazione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti (Sole).pdf{{padleft:43|3|0]]tevo dar forma al mio pensiero coi medesimi suoi versi:

  Oh Grecia! Oh come
  Altra volta esultai nella speranza
  Di vagar su’ tuoi monti e consolarmi
  De’ tuoi limpidi soli! Oh come forte
  Il cor batteami al desolato carme
  Del britanno cantor, che lamentava
  Te fortissima donna estinta e bella!
  E quante volte dalle bruzie rupi
  Con insania d’amante il guardo intesi
  Lontan lontano oltre i cerulei campi
  Di questo mar come a vederti[1].

Lo stesso mi accadde vedendo sorgere dalle acque, ancor più luminosa che non me la fossi mai figurata nel pensiero, Zante; quella Zante che si specchia nell’onde

  Del greco mar, da cui vergine nacque
  Venere, e fea quell’isole feconde
  Col suo primo sorriso.[2]


Oh nido di pace, a cui il Foscolo, esule e

  1. Epistola a Giuseppe De Blasiis, pag. 209. Fu scritta il settembre del 1857, come si rileva dallo stesso autografo.
  2. Foscolo, Sonetto: A Zacinto.
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