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della pazzia | 117 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:130|3|0]]pio, chiamarsi Telemaco, chi Steleno, chi Laerte, chi Policrate, chi Trasimaco, ecc. I nostri plagiarj si gloriano di far rivivere questi nomi di morti e adottarli; ma farebbero egualmente bene a nominarsi camaleonti, zucche, ecc.; oppure, secondo l’uso di alcuni filosofi, intitolare i loro libri A o B. Ma è graziosissimo il vedere questi asini incensarsi tra loro nelle lettere, nelle poesie, e negli elogi. Voi vincete Alceo[1], dice l’uno; e voi, Callimaco[2], l’altro risponde; voi eclissate l’oratore romano; e voi superate il divino Platone. Talvolta questi generosi campioni si sfidano reciprocamente, per accrescere coll’emulazione la propria fama. Il pubblico intanto sta sospeso, non sapendo a qual partito appigliarsi nelle loro contese, ma comunemente suol accadere, che i bravi antagonisti facciano prodigj, e meritino entrambi l’alloro della vittoria, e gli onori del trionfo. Voi intanto, o sapienti, vi ridete di queste belle cose, e le considerate come vere pazzie; ma chi può mai darvi torto? Voi però non sapreste negarmi, che io sola formo tutta la felicità dei cattivi scrittori e dei plagiarj, i quali non cambierebbero certo i loro trionfi con quelli degli Alessandri, o degli Scipioni. Ma questi dotti ch’io vedo ridere così di buon cuore, e prendersi giuoco dell’altrui pazzia, crederebbero forse di non avermi anche essi qualche obbligazione? Se ciò
- ↑ Alceo di Mitilene, uno de’ più gran poeti lirici dell’antichità, nemico giurato di Pittaeo, di Periandro e di altri tiranni, ed autore di quella specie di versi graziosi, che noi chiamiamo Alcaici.
- ↑ Callimaco, celebre poeta greco nativo di Cirene, passava, secondo Quintiliano, per il principe de’ poeti elegiaci presso i Greci. Catullo lo ha imitato. Egli soleva dire, che un gran libro è un gran male.