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96 | fingal |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fingal poema epico di Ossian.pdf{{padleft:97|3|0]]
Carilo antico [n 1]. Oh venistù sovente
20La notte a me quando soletto io poso.
E tu ci vieni amico: odo talvolta
La tua maestra man, ch'agile e leve
Scorre per l'arpa alla parete appesa:
Ma perchè non favelli alla mia doglia?
25Perchè non mi conforti? i cari miei,
Quando mi fia di riveder concesso?
Tu taci e parti; e 'l vento che t'è scorta
Fischiami in mezzo alla canuta chioma.
Ma dal lato di Mora intanto i duci
30S'adunano al convito. Ardon nell'aria
Cento querce ramose, e gira intorno
Il vigor delle conche[n 2]. I duci in volto
Splendon di gioja: sol pensoso e muto
Stassi il re di Loclin; siedongli insieme
35Ira e dolor sull'orgogliosa fronte.
Guata il Lena, e sospira: ha ferma in mente
La sua caduta. Sul paterno scudo
Stava chino Fingallo: egli la doglia
Osservò di Svarano, e così disse
40Al primo de' cantori: — Ullino, innalza
Il canto della pace, e raddolcisci
I bellicosi spirti, onde l'orecchio
Ponga in oblio lo strepito dell'armi.
Sien cento arpe dappresso, e infondan gioja
45Nel petto di Svaran. Tranquillo io voglio
Che da me parta: alcun non fu per anco
Che da Fingàl mesto partisse. Oscarre,
Contro gli audaci e valorosi in guerra
Balena il brando mio: se cedon questi,
50Pacatamente mi riposa al fianco.
— Visse Tremmorre, incominciò dei canti2
La dolce bocca, e per le nordich'onde
Di tempeste e di venti errò compagno.
La scoscesa Loclin coi mormoranti
55Suoi boschi apparve al peregrino eroe
Tra le sue nebbie; egli abbassò le vele,
Balzò sul lido, ed inseguì la belva
Che per le selve di Gormàl ruggìa.
Molti eroi già fugò, molti ne spense
60Quella, ma l'asta di Tremmòr l'uccise.