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Fascio Secondo. 105

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frascherie.djvu{{padleft:105|3|0]]stie, non sognate, siano promosse da’ Magnati Asiatici, non dalle stelle, al sicuro anch’esso sarebbe di carestia punito, perche non magnerebbe pane.

Comunque sia, l’Arte de gl’infamatorij Libelli è giustamente dannata; e molte volte i Prencipi ne puniscono gli Autori, per non dar forza alle passioni de’ maligni in danno dell’innocenza de’ Sudditi.

[1]Augusto medesimo fù il primo, che in progresso di tempo fe’ caso di stato i Cartelli, mosso dalla malignità di Cassio severo, che con essi haveva cavalieri, e Dame di conto infamati.

Molto meno poi devono gli huomini censurar la vita de’ Grandi, ò sentir de i medesimi le censure, quantunque malvagi fussero. Marte appresso Luciano sparla di Giove con Mercurio, e Mercurio risponde.[2]Tace neque enim tutum est ista vel tibi dicere, vel audire mihi.

Horatio mostrò molto d’intendere, che i Libelli infamatorij fussero quelli, ch’erano fatti sopra le persone innocenti: mà che nel biasimo delle colpevoli non potesse il nome di Libello haver luogo.

[3]— — — — — Si quis.
Opprobrijs dignum latraverit integer ipse
Solventur risu tabulæ tu missus abibis.

Mà se ad Horatio dovesse credersi, nasceria questione indissolubile, se à trovar


  1. Tacit.
  2. Lucian.
  3. Hora.
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