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ADOTTATE DALLA CRUSCA. | 99 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'astronomo Giuseppe Piazzi.djvu{{padleft:108|3|0]]ai freddi ed astrusi teoremi della scienza. Onde consacrando ore speciali alle due letterature, italiana e latina, fu in entrambe assai versato e profondo; nè lasciava scorrere anno senza rileggere il suo Dante e l’Ariosto, per opposto senso a lui carissimi; e dedicandosi agli scrittori latini — Virgilio, Orazio, Cicerone, Lucrezio Caro e Tacito — , mostratane la simpatia ne’ crocchi famigliari, dove o come gli tornasse, con ripeterne a mente gli squarci migliori, utile esercizio di sana coltura. I due cataloghi delle stelle fisse, scritti nella lingua del Lazio, gli attribuiscono in quell’epoca il primato nella lingua; nelle quali opere l’avere preferito l’idioma latino gli venne suggerito dalla opinione che, trattandosi di scienze come le matematiche e le astronomiche, non atte alla comune intelligenza, fosse da adoprarsi una lingua generale, usata allora specialmente dai dotti, e da ogni dotto conosciuta. Nei quali suoi lavori, oltre la ordinata disposizione dello materie, è mirabile la chiarezza d’espressione, la proprietà delle voci, la lor dignità ed abbondanza. Nè di[1]
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Venere), lettere edite per cura di B. E. Maineri, riportate in questo volume.