< Pagina:La Sacra Bibbia (Diodati 1885).djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
Il popolo sia santo. LEVITICO, 12, 13. Purificazione delle donne.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La Sacra Bibbia (Diodati 1885).djvu{{padleft:104|3|0]]

34  Qualunque vivanda si mangia, sopra la quale si mette dell’acqua, sia immonda; e qualunque bevanda si beve, in qualche vaso ella si sia, sia immonda.

35  E ogni cosa, sopra la quale caderà del corpo morto loro, sia immonda; il forno, o il testo da cuocere, sia disfatto; essi sono immondi; però teneteli per immondi.

36  Ma pur la fonte, o il pozzo d’acqua raccolta, sia monda; ma chi avrà tocco il corpo morto loro, sia immondo.

37  Ma, se cade del corpo morto loro sopra qualunque semenza che si semina, sia quella semenza monda.

38  Ma, se è stata messa dell’acqua sopra la semenza, e vi cade sopra del corpo morto loro, siavi quella semenza immonda.

39  E, quando alcuna di quelle bestie che vi son per cibo sarà morta da sè, chi avrà tocco il corpo morto di essa, sia immondo infino alla sera.

40  E chi avrà mangiata della carne morta di essa lavi i suoi vestimenti, e sia immondo infino alla sera; parimente, chi avrà portato il corpo morto di essa lavi i suoi vestimenti, e sia immondo infino alla sera.

41  Ogni rettile che serpe sopra la terra sia immondo; non mangisi.

42  D’infra tutti i rettili che serpono sopra la terra non mangiate niuno di quelli che camminano in sul petto, o sia che camminino a quattro piedi, o che abbiano più piedi; perciocchè son cosa abbominevole.

43  Non rendete abbominevoli le vostre persone per niun rettile che serpe; e non vi contaminate con essi, onde siate immondi per essi.

44  Perciocchè io sono il Signore Iddio vostro; santificatevi adunque[1], e siate santi; conciossiachè io sia santo; e non contaminate le vostre persone con alcun rettile che serpe sopra la terra.

45  Perciocchè io sono il Signore, che vi ho tratti fuor del paese di Egitto, acciocchè io vi sia Dio; siate adunque santi; imperocchè io son santo.

46  Quest’è la legge intorno alle bestie, e agli uccelli, e ad ogni animal vivente che guizza nelle acque, e ad ogni animale che serpe sopra la terra;

47  Per discernere fra l’immondo e il mondo; e fra gli animali che si posson mangiare, e quelli che non si devono mangiare.

La Purificazione delle puerpere.

12
  IL Signore parlò ancora a Mosè, dicendo:

2  Parla a’ figliuoli d’Israele, dicendo:

Quando una donna avrà fatto un figliuolo, e avrà partorito un maschio, sia immonda sette giorni; sia immonda come al tempo che è separata per la sua immondizia.

3  E, nell’ottavo giorno, circoncidasi la carne[2] del fanciullo.

4  Poi stia quella donna trentatrè giorni a purificarsi del sangue; non tocchi alcuna cosa sacra, e non venga al Santuario, finchè non sieno compiuti i giorni della sua purificazione.

5  Ma, se partorisce una femmina, sia immonda lo spazio di due settimane, come al tempo ch’ella è separata per la sua immondizia, poi stia sessantasei giorni a purificarsi del sangue.

6  E, quando saranno compiuti i giorni della sua purificazione, per figliuolo, o per figliuola, porti al sacerdote, all’entrata del Tabernacolo della convenenza, un agnello d’un anno, per olocausto; e un pippione, o una tortola, per sacrificio per lo peccato.

7  E offerisca il sacerdote quelle cose davanti al Signore, e faccia il purgamento del peccato di essa; ed ella sarà purificata del suo flusso di sangue. Questa è la legge della donna che partorisce maschio o femmina.

8  E se pur non avrà il modo di fornire un agnello, pigli due tortole, o due pippioni, l’uno per olocausto, l’altro per sacrificio per lo peccato[3]; e faccia il sacerdote il purgamento del peccato di essa; ed ella sarà purificata.

Il modo di riconoscere la lebbra.

13
  IL Signore parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, dicendo:

2  Quando nella pelle della carne di alcuno vi sarà tumore, o rogna, o bolla, o tacca tralucente; e ciò diventerà nella pelle della sua carne come piaga di lebbra; sia colui condotto al Sacerdote Aaronne, ovvero ad uno de’ suoi figliuoli sacerdoti.

3  E riguardi il sacerdote la piaga nella pelle della carne di esso; e se il pelo della piaga ha mutato colore, ed è divenuto bianco, e la piaga apparisce più profonda della pelle della carne di esso, è piaga di lebbra; perciò, dopo che il sacerdote l’avrà riguardato, dichiarilo immondo.

4  Ma, se è una tacca tralucente, e bianca, nella pelle della carne di esso, senza apparir più profonda della pelle, e senza che il suo pelo abbia mutato colore, nè sia divenuto bianco; rinchiuda il sacerdote colui che avrà quella piaga, per sette giorni.

5  E se, al settimo giorno, al sacerdote,

  1. Es. 19. 6. Lev. 19. 2; 20. 7, 26.
  2. 1 Tess. 4. 7. 1 Piet. 1. 15, 16. Gen. 17. 10-13. Luc. 2. 21.
  3. Luc. 2. 22-24.

96

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La Sacra Bibbia (Diodati 1885).djvu{{padleft:104|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.