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Morte di Sansone. GIUDICI, 17. 18. Idolatria di Mica

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egli mi ha dichiarato tutto il cuor suo. E i principi de’ Filistei salirono a lei, recando in mano i danari.

19  Ed ella addormentò Sansone sopra le sue ginocchia; poi, chiamato un uomo, gli fece radere le sette ciocche del capo; e così fu la prima a domarlo, e la sua forza si partì da lui.

20  Allora ella gli disse: O Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli, risvegliatosi dal suo sonno, disse: Io uscirò come l’altre volte, e mi riscoterò; ma egli non sapeva che il Signore si era partito da lui[1].

21  E i Filistei lo presero, e gli abbacinarono gli occhi, e lo menarono in Gaza, e lo legarono con due catene di rame. Ed egli se ne stava macinando nella prigione.

22  Or i capelli del capo ricominciandogli a crescere, come erano quando fu raso;

23  I principi de’ Filistei si adunarono per fare un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi; e dissero: Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico.

24  Il popolo anch’esso, avendolo veduto, avea lodato il suo dio; perciocchè dicevano: Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro nemico, e il distruggitore del nostro paese, il quale ha uccisi tanti di noi.

25  E, quando ebbero il cuore allegro, dissero: Chiamate Sansone, acciocchè ci faccia ridere. Sansone adunque fu chiamato dalla prigione, e giocava in presenza loro. Ed essi lo fecero stare in piè fra le colonne.

26  E Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la mano: Lasciami, e fammi toccar le colonne, sopra le quali la casa è posta; acciocchè io mi appoggi ad esse.

27  Or la casa era piena d’uomini e di donne; e tutti i principi de’ Filistei erano quivi; e in sul tetto v’erano intorno a tremila persone, uomini e donne, che stavano a veder Sansone, che giocava.

28  Allora Sansone invocò il Signore, e disse: Signore Iddio, ricordati, ti prego, di me, e fortificami pur questa volta, o Dio; acciocchè ad un tratto io mi vendichi de’ Filistei, per li miei due occhi.

29  Poi, abbracciate le due colonne di mezzo, sopra le quali la casa era posta, pontò, attenendosi ad esse, avendo l’una alla man destra, e l’altra alla sinistra.

30  E disse: Muoia io pur co’ Filistei. E, inchinatosi di forza, la casa cadde addosso a’ principi, e addosso a tutto il popolo che v’era dentro. E più furono quelli che Sansone fece morire alla sua morte, che quelli ch’egli avea fatti morire in vita sua.

31  Poi i suoi fratelli, e tutta la casa di
suo padre, vennero, e lo portarono via; e salirono, e lo seppellirono fra Sorea ed Estaol, nella sepoltura di Manoa, suo padre. Or egli giudicò Israele venti anni.

Mica stabilisce l'idolatria in casa sua.

17
  OR v’era un uomo della montagna di Efraim, il cui nome era Mica.

2  Ed esso disse a sua madre: I mille e cento sicli d’argento che ti erano stati tolti, per li quali tu scongiurasti con maledizioni, le quali eziandio tu proferisti in mia presenza; ecco, sono appresso di me; io li avea presi. E sua madre gli disse: Benedetto sia il mio figliuolo appo il Signore.

3  E, quando egli rendè i mille e cento sicli d’argento a sua madre, ella disse: Io avea del tutto consacrato questo argento al Signore, dispodestandomene per lo mio figliuolo, per farne una scultura[2], e una statua di getto; ora dunque io te lo renderò.

4  Esso adunque rendè quell’argento a sua madre; ed ella ne prese dugento sicli, e li diede all’orafo[3]; ed egli ne fece una scultura, e una statua di getto, che furono in casa di Mica.

5  Quest’uomo Mica ebbe dunque un tempio, e fece un Efod, e degl’idoli; e consacrò uno de’ suoi figliuoli, il qual gli fu per sacerdote.

6  In quel tempo non v’era alcun re in Israele; ciascuno faceva ciò che gli parea bene.

7  Or un certo giovane di Bet-lehem di Giuda, che è della nazione di Giuda, il quale era Levita, ed era dimorato quivi;

8  Partitosi di quella città, cioè, di Bet-lehem di Giuda, per dimorare ovunque troverebbe luogo, e procedendo a suo cammino, giunse al monte di Efraim, alla casa di Mica.

9  E Mica gli disse: Onde vieni? E il Levita gli disse: Io son di Bet-lehem di Giuda, e vo a dimorare ovunque troverò luogo.

10  E Mica gli disse: Dimora meco, e siimi per padre, e per sacerdote; e io ti darò dieci sicli d’argento l’anno, e il tuo vestire ordinario, e il tuo nudrimento. E il Levita vi andò.

11  Così quel giovane Levita si convenne di dimorar con quell’uomo, il qual lo tenne come l’uno de’ suoi figliuoli.

12  E Mica consacrò quel Levita; e il giovane gli fu per sacerdote, e stette in casa di Mica.

13  E Mica disse: Ora conosco che il Signore mi farà del bene, poichè io ho un Levita per sacerdote.

I Daniti conquistano Lais e rubano l'idolo di Mica.

18
  IN quel tempo non v’era re alcuno in Israele; e in que’ dì la tribù di Dan
  1. 2 Cron. 15. 2.
  2. Es. 20. 4.
  3. Is. 46. 6, ecc.

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