< Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
38 dell’istoria di verona

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:68|3|0]]sostantivamente per molle di pane, come i Veronesi usano ancora per ciò che i Toscani dicon midolla (lib. 13, c. 12: molli fermentati panis: non mollia); ma non per questo disse egli mai molle il corso d’un’acqua. Or che più? lo stesso nome dell’acqua è moderno ed erroneamente posto. Il fiume che scorre a un miglio da Brescia, fu detto Mela e non Mello da Virgilio, e da’ suoi scoliasti Servio e Filargiro. Il nome poi del piccol rivo che passa per Brescia, e del quale parla il distico, fu Cartia[1], come mostrammo già con lo Statuto di Brescia, e con più carte del 1100 e anteriori, da noi vedute in originale. Prima del 1400 il nome di Mello non si vede. Dopo intruso quel verso in Catullo, si cominciò a dire Cartiam, alias Melonem, come parla il Capriolo del torrente [2]; e per adattar quel nome alla Mela, che scorre fuori, fu chi volle emendare il percurrit in praecurrit, come fa il dottissimo Cellario ancora, quasi praecurrit potesse mai avere il significato di praefluit e di praeterfliut; ma tutto per verità vanamente, essendo già accordato anche per l’indizio del color dell’acqua, che dee intendersi non di quella che praefluit, ma di quella che passa per la città, il cui nome in Latino fu sempre Cartia, e in volgare Garza, com’è tuttora. Ridicolo in verità è però quel distico per tutti i conti; e pendiamo ora a non crederlo nè

  1. Nell’Archivio di S. Giorgio in Braida, carta del 1364: a meridie Gartia. Altra del 1169: prope pontem Garzae.
  2. Hic quidem lene semper, flavus, non autem ille.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.