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seguili e ridotti da’ siculi. E tutto ciò può esser vero; ma può essere anche di que’ particolari dove è lecito non seguir piA i fonti antichi; può essere (ed a me pare più probabile) che sicani e siculi, cosi simili nel nome, fossero non altro che due parti d’una medesima gente Iberica, sorella della Ligure, rimasta da noi come la Ligure, e rimasta io ultimo meridionalmente; i sicani di là dello stretto inTrinacria, i siculi di qua dove si trovano per lunghi secoli, finché cacciati, come vedremo, da altri, passarono essi pure lo stretto e forano a congiungersi coi sicani, in quella isola detta grecamente Trinacria, e nazionalmente or sicania, or sicilia.1 — Ad ogni modo, un antico scrittor nazionale siracusano, citato da Dionisio, dice chiaramente fratelli de’ Liguri i siculi o siceli; e Dionisio stesso incominciando la storia sua dall’asserzione che siculi furono i primi abitatori del suolo di Roma, ci accenna il limite settentrionale de’ siculi, che fu probabilmente il Tevere. * Altri scrittori, quantunque meno antichi, pure autorevoli, ci accennano siculi in Illiria e sulle spiagge Adriatiche della nostra Penisola;, e questo ce li accenna venuti per la via continentale insieme coi Liguri, e staccatisi da essi poi nella migrazione.8 E finalmente questi siculi, cosi simili nel nome, nello stanziamento ai sicani Iberici, si vedono all’incontro diversi,.anzi nemici degli Osci od Opici, diversi e nemici degli Aborigeni, diversi e nemici degli Ombroni, diversi e nemici dunque di tutti i popoli non Liguri: ondeché in somma non possono essere slati se non Liguri o consanguinei de’ Liguri e degli Iberii; se non si vogKa forse tornare al dirli indigeni, originarli, germogliati dal suolo.

Ed ora, posti i Liguri od Iberici settentrionali, e i siculosicani od Iberici meridionali, non troveremo noi qui pure una parte, una divisione media dell’invasione Iberica? Questa divisione in tre è cosi frequente, come ognun sa, tra tutte le genti vaganti antiche (principalmente nelle Giape

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  1. Virgilio fa consanguinei sicani e siculi (Aeneid, VIII, v. 338), e Servio fa Sicano fratello d’Italo, ad JEneii., I, 533; Vili, 320, Bunn. Vedi Troyo, lib. I, g 19.
  2. Philisto siracusano tn Dionùio, lib. I, §§ 9 e 22. Vedi poi Bardettl, Guarnacci, Micali, Thierry passim.
  3. Plinio, III, 14, 23. — Ptoiem. 11,4. — Micali, tomo I, pag. 189.
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