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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Non più illusioni (Carpi).djvu{{padleft:32|3|0]]point par ce qu’elles sont grandes, mais par ce qu’elles sont fortes[1].»
La vicina Francia specchio ustorio d’ogni idea grande e generosa versa in condizioni tali; condizioni però che formano la gloria ed il giusto orgoglio di quella belligera nazione; che non può checchè si voglia credere in contrario, ritrarsi dall’associare i suoi grandi destini a quelli della completa indipendenza d’Italia. Non puossi in buona fede supporre che pel solo motivo per cui Alcibiade tagliava la coda al suo cane, Napoleone III sia sceso in Italia a combattere lotte gigantesche e sanguinose. Ragion di stato ed altissima ragion di stato lo indusse a sposare la causa d’Italia, per quindi ad un tempo stesso tagliare colla spada il nodo gordiano dei trattati del 1815, distruggere l’influenza austriaca in Italia, umiliando l’orgoglio secolare degli Ausburgo — ora ostili per nuove ed antiche ingiurie ai Napoleonidi, come lo furono sempre alla Francia, — e per crearsi un potente alleato al di qua delle Alpi per le contingenze future.
È mai supponibile che, senza le fortissime ragioni da me accennate, una grande nazione retta da un sovrano dotato d’ingegno e di penetrazione non comune, intraprendesse l’opera grandiosa, col leale ed onesto Vittorio Emanuele, d’emancipare l’Italia dal dominio austriaco, affrontando pur sempre pericoli ed eventualità
- ↑ Toqueville, de la démocratie en Amérique, p. 262.