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  Ora i cosa essend quij proppi appuntin
CHe dis on galantomm. che son mi quell,
Che lassi giudica, madamm Bibin,
Se el Brighella, el Lapóff e el Stenlarell
E quell car Cattabrigh dolz e mostos[1]
Resonen col denanz, o col depós[2].

  Ma via, lá. Che la vaga, che l’è vora,
A sentí la Virginia. On olter dí
Che vuj legg ci Macbelh, se la me onora,
Franch e sicur che infin la m’ha de dí:
Grazie, Bosin[3], capissi; n’occoralter,
I smargiassad no me capponnen[4] d’alter.


NOTE.

1) La madamm Bihin, alla quale il Porta rivolge queste caustiche tettine di crítica letteraria e di estetica, era donna Maria Londonnio Frapolli, (detta fin da bimba per vezzeggiativo Bia) classicista accanita: cosí garantisce un pronipote della nobile milanese.

2) rantegh: raucedine; traslato per smania.

3) spuvá redond : sputar tondo, sentenziare.

4) Lapóff: maschera vestita a un dipresso come il pulcinella con un certo suo cappellaccio (capello a laa-pouff) floscio piú che uno straccio : sotto le tre maschere su indicate sono indicati il dott. Angelo Anelli, Francesco Pezzi, il noto appendicista della Qazzetta di Milano, e Camillo Picciarelli i piú accaniti e volgari avversari del romanticismo in Milano.

5) Platon: saccente.

6) sta á botta: tener bordone.

7) usciuria: corruzione di * vú tciuría *, vossignoria.

8) tira À voltra: metter fuori, introduae.

9) metsedÀ: rímetiare.

10) corcghett: diminutivo di coregh, guardinfante, faldiglia.

11) peland : zimarre.

12) crespin: ventaglio.

  1. dolz e mostos: ironico perchè b realti il giornale Accallahrigíie era villano e violento. (Nota transclusa da pagina 147)
  2. col denonz, ecc.: colla testa oppure col deretano. (Nota transclusa da pagina 147)
  3. Bosin: al poeta piace assumere il titolo di Botin, che era proprio degli uomini dell’alto milanese che andavano per la cittá cantando composizioni in versi vernacoli (boilnada). (Nota transclusa da pagina 147)
  4. capponnen: capponná: gabbare, cogliere. (Nota transclusa da pagina 147)
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