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64 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:170|3|0]] §. 3. Aveano gli Egizj naturalmente quel color cupo[1], che davano alle teste dipinte sulle loro mummie[2]; e quindi intendesi il senso della voce αἰγυπτιάζειν[3], che significa esser arso dal sole, e come a dire egittizzare. E poiché i volti su tutte le mummie sono d’uno stesso colore, non ebbe alcun fondamento il signor Gordon d’asserire, che la diversità di colore la differenza delle provincie indicasse.

§. 4. E’ vero che Marziale[4] pe’ suoi sozzi piaceri desiderò un bel garzone egiziano: non deve intendersi però ch’egli il volesse tale di origine, ma bensì greco colà nato; poiché quelli, e principalmente gli Alessandrini[5], erano di costumi sommamente discoli e dissoluti[6]: greco era d’origine il famoso pantomimo Apolausto nato a Memfi in Egitto, cui Lucio


Vero

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:170|3|0]]

  1. Herodot. lib. 2.. cap. 104. pag. 120., Propert. lib. 2. eleg. 33. v. 15.: fuscis Ægyptus alumnis. [ E solevano per proverbio contrapporsi agli uomini bianchi, come presso S. Zenone lib. 1. Tratt. XV. pag. 116., e ivi la nota dei Ballerini. Più neri erano, e sono quelli dell’alto Egitto, che confinano coll’Etiopia, chiamati perciò anch’essi Etiopi, e neri, Nicolai Lez. iI. dell’Esodo, Tom. VIII. p. 42., Perizonio Orig. Ægypt. cap. 15. Ma tra questi Oro si diceva di color bianco, Plutarco De Isi. & Osir. op. Tom. iI. pag. 359. E.; e Mennone, di cui abbiamo parlato sopra, era piuttosto di color bianchiccio, come scrivono Filostrato Iconum libr. I. cap. VII. pag. 773., ed Eustazio ad Dionysii Periegesin v. 248. Veggasi Jablonski loc. cit. cap. 2. §. 6. Forse di questo colore sarà stata la sposa di Salomone, di cui sopra si è parlato, che Cant. Cantic. cap. 1. v. 4. e 5. si dice nera, fosca, scolorita dal sole. Marziale Epigr. lib. 4. ep. 42. v. 5. e 6. parlando del fanciullo, di cui Winkelmann discorre qui appresso, dice, che pure si trovavano nel ballo Egitto persone di color bianco:

    Sit nive candidior: namque in Mareotide fusca
    Pulchrior est quanto rarior ille color.

    Volea forse dire lo stesso Ammiano Marcellino nel luogo da citarsi qui appresso. Di tutto questo ce ne assicurano anche Filostrato Vita Apollonìi lib. 5, cap. 2. pag. 230., ove scrive, che nel basso Egitto non erano tanto neri gli abitanti, come nell’alto, e nell’Etiopia specialmente, ove erano i più neri di tutti; Pietro della Valle Viaggi Tom. I. lett. XI. §. VIII. pag. 257., ed altri viaggiatori moderni.
  2. Herod. lib. 2. cap. 24. pag.206., Pietro della Valle loc. cit., e presso Kirchero Œd. Ægypt. Tom. iiI. sync. XIII. c. IV. p. 406.
  3. Eustath. ad Odiss. . p. 1484. l. 27 [lo spiega per lo imitare la furberia degli Egizj; e i lessici nell’altro senso.
  4. Lib. 4. epist. 42.
  5. Juv. Sat. 15. v. 45., Quint. l. 1. c. 2.p. 19.
  6. Marziale può intendersi di veri Egiziani, parlando di tutta la Mareotide, come nei versi riferiti poc’anzi. Giovenale citato da Winkelmann non parla di Alessandria, ma di Canopo, città che ne era poco distante: e se ivi, e Sat. 6. v. 84. ne parla come d'una città, in cui la dissolutezza sia arrivata al maggior segno, come anche lo vuol dire Strabone lib. 17. pag. 1153. princ., Stazio Sylv. lib. 3. cap. 2. v. 111., Seneca Epist. 51.; aggiunge però che non era più moderato su questo punto il resto dell’Egitto:

    ...Horrida sane
    Ægyptus; sed luxuria quantum ipse notavi.
    Barbara famoso non cedit turba Canopo.

    Gli Alessandrini erano anche sommamente dissoluti, come abbiamo da Ovidio Trist. l. r. eleg. 2. v. 79., e Quintiliano Inst. Orat. nel luogo citato dall’Autore; e sopratutto, come originarj dai Macedoni, erano pazzamente trasportati per la musica e divertimenti teatrali. Vegg. Dione Grisostomo Orat. 31. Canopo, come più comunemente si vuole dagli antichi scrittori presso Vossio De Orig. Idol. lib. 1. cap. 32., Bottari Mus. Capit. T. iiI.
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