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154 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:264|3|0]]messa a piccole pieghe regolari; e fu una delle mentovate gemme del museo del duca Noya se ne distinguon otto ordini che dalle spalle scendono sino ai piedi. Ivi su un’altra gemma vedesi un drappo, che con simili pieghe cade da una sedia fino al basso[1]. Presso gli antichi Persi una veste a grandi pieghe teneasi per un’effeminatezza[2].

§. 16. Questi popoli si lasciavano crescere i capelli[3], i quali in alcune figure virili, come nelle etrusche, messi a treccia cadono lungo il collo per dinanzi[4]; e soleano fasciarsi il capo con un sottile pannolino[5], da cui forse deriva il turbante usato a’ nostri giorni dagli orientali. Alla guerra portavano generalmente una specie di cappello cilindrico e come fatto a torre[6]. Sulle gemme veggiamo pur talora delle berrette coll’orlo ripiegato a somiglianza delle nostre berrette di pelliccia[7].

[... della religione ...] §. 17. Un'altra cagione del poco progresso delle arti presso i Persi deve rifondersi nel culto religioso, da cui esse nessun vantaggio traevano. Era domma presso di loro che non si dovesse mai la divinità rappresentare sotto umane sembianze[8]. Il fuoco e il cielo visibile eran l’oggetto principale del culto loro, e se crediamo ai più antichi tra i gre-

[9]


i gre-

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  1. Era qui da far menzione dei tapeti, o arazzi persiani tanto stimati dagli antichi, dispinti, o intessuti con oro a varie figure, e principalmente di animali. Vegg. Brissonio lib. iI §. CXLIV e segg. Dei pavimenti lavorati con disegno o di varj marmi, o a musaico si discorrerà al §. ult. cap. IV. lib. VII. Tom. iI.
  2. Plut. Apophth. p. 214. D. op. Tom.iI. [ Dice che gli Egiziani la riputarono un'effeminatezza, come tale anche la riputavano altre nazioni. Brissonio De Regno Persarum lib. iiI §. CLXXXVII.
  3. Herod. lib. 6. cap. 19. e 21. p. 446. seg., & App. Parth. pag. 143.
  4. Greave loc. cit.
  5. Strab. lib. 15. pag. 1067.
  6. Idem ibid.
  7. Il lodato Brissonio lib.I. §.XLVI. segg. discorre a lungo delle varie fonti di berrette, o mitre persinae; ed osserva nel citato §., che il re la portava colla punta ritta, e gli altri ripiegata avanti. Veggasi anche il signor Lens l. c. pag. 192., ove discorre di queste varie specie, e le riporta nella Tavola 29.
  8. Herod. l. 1. cap. 131. pag. 61.
  9. detta Sarapis da Polluce lib. 7. c. 13. segm. 61., e da Esichio V. Σάραπις, ove riporta alcune parole di Tesia, dalle quali si rileva, che fosse veste comune agli uomini, e alle donne. Si cingevano con fascie fatte a modo di frangie, come spiega lo Scoliaste di Eschilo in Persis v. 153. Uomini, e donne portavano calzari di valore, collane di pietre preziose, pendenti, smaniglie, e anelli alle dita, e alle caviglie. Leggasi Brissonio loc. cit. lib. iI. §. CXCVI e segg.
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