< Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

D e l   P a n n e g g i a m e n t o. 419

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:529|3|0]]ben meglio di quanto su questo proposito scrissero il Salmasio[1] ed altri. La voce doppio non può qui significare che se ne dessero due giri intorno alla vita, come quegli scrittori pretendono[2]; poiché nella mentovata statua il pallio è messo come nella maggior parte delle figure che hanno pallio o manto.

§. 29. Secondo la più usata maniera il manto faceasi passare sotto il braccio destro, e sopra l’omero sinistro. Talor però la figura non è nel manto ravvolta; ma questo pende dalle spalle attaccato a due bottoni[3], come vedesi nella bellissima ed unica statua di Leucotea nella villa Albani, e nelle due Cariatidi della villa Negroni, tutte e tre di grandezza naturale. Un terzo almeno di questo manto deve supporsi o di sotto o di sopra ripiegato, la qual cosa manifestamente si scorge nel manto d’una figura muliebre, maggiore dei naturale, nel cortile del palazzo Farnese, il cui lembo inferiore ripiegato in su vien preso e legato da una cintura. Così tirato in fu e tenuto colla fascia è lo strascico del manto pendente dalle spalle ad una Musa maggior della grandezza naturale nel cortile della Cancelleria[4], ed all’Antiope nel gruppo del Toro Farnese[5]. Talvolta il manto viene ad annodarsi sotto il petto, qual vedesi in alcune figure egiziane, e generalmente in quelle d’Iside, siccome ho mostrato nel Libro iI.[6]; talora in vece del bottone eravi un uncino (περόνης), a cui le due estremità del manto insieme attaccate pendevano[7], in guisa che probabilmente un’estremità venia per di dietro dal di sopra della spalla, e l’altra per dinanzi


G g g ij di

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:529|3|0]]


  1. Notæ in Tertull. de Pall. p. 364. segg.
  2. È ricaduto in quella opinione il signor Lens livre 2. chap. 2. in fine, pag. 77. senza darne ragioni.
  3. Che dagli antichi si dicevano fibulæ, fibbie. Virgilio Æneid. lib. 4. v. 139:

    Aurea purpuream subnectit fibula vestem;

    l. Argumento 25. §. Vittæ 2. ff. De auro, argento, ec., l. un. C. Nulli licere in frænis, ec, lib. XI., Ferrario De re vest. par. 2. lib. 1. cap. 17.
  4. Ora nel Museo Pio-Clementino.
  5. Maffei Racc. di statue, Tav. 48.
  6. cap. iiI. §. 6. pag. 106.
  7. Sophocl. Trachin. vers. 942.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.