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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
PAPA SISTO
Fra ttutti quelli c’hanno avuto er posto
De vicarj de Ddio, nun z’è mmai visto
Un papa rugantino, un papa tosto,1
Un papa matto, uguale a Ppapa Sisto.2
E nun zolo è dda dì cche ddassi er pisto3
A cchiunqu’omo che jj’annava accosto,
Ma nnu la perdonò nneppur’a Ccristo,
E nnemmanco lo roppe4 d’anniscosto.5
Aringrazziam’Iddio c’adesso er guasto
Nun pò ssuccede6 ppiù cche vvienghi un fusto7
D’arimette8 la Cchiesa in quel’incrasto.9
Perchè nun ce pò èsse10 tanto presto
Un antro11 papa che jje pijji12 er gusto
De méttese13 pe’ nnome Sisto Sesto.
9 aprile 1834
- ↑ Tosto, per “duro, bravaccio.„
- ↑ Per Papa Sisto assolutamente, s’intende sempre “Sisto Quinto.„
- ↑ E non solamente è da dire che dasse il “pisto.„ Dare il pisto: farne toccare ad alcuno.
- ↑ Ruppe.
- ↑ Di nascosto. [C'era, così si racconta, un miracoloso Crocifisso di legno, che a quando a quando mandava sangue vero dalle ferite, e faceva far di bei quattrini alla chiesa che lo possedeva. Ma Papa Sisto, sospettandoci sotto un’impostura, si recò a visitarlo, e li, coram populo, fattasi dare una scure, disse ad alta voce queste parole: “Come Cristo t'adoro, come legno ti spacco.„ E lo spaccò davvero, e trovò che dentro c'erano delle spugne inzuppate di sangue. Di qui il modo proverbiale, usato anche nell’Umbria, in Toscana e chi sa in quante altre parti d’Italia: Papa Sisto non la perdonò neppure a Cristo.]
- ↑ Non può succedere.
- ↑ Che venga un fusto: persona. Che bel fusto! che bel mobile! ecc.
- ↑ Da rimettere.
- ↑ [In quell']incastro: in quelle peste.
- ↑ Non ci si può essere.
- ↑ Un altro.
- ↑ Che gli pigli: al quale prenda, ecc.
- ↑ Di mettersi.
Note
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