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XXIII.

settembre 1908.

Non si fidi il Popolo di chi gli parli di possibili conciliazioni fra la religione e la scienza, fra l’Italia e il Papato, fra la libertà e la forca.

Aborra dagli uomini di doppia coscienza, che si gabellano per liberi pensatori e mandano i figli alla scuola dei gesuiti.

Disprezzi chi sbraita di umani diritti e soffre che le sue donne vadano a versare l’animetta ignara nel seno concupiscente di un tonsurato mandrillo.

Non abbiano paura i giovinetti di disertare la scuola contaminata dal catechismo e snaturata dal prete. Ribellarsi a chi, abusando della propria autorità, ci impone l’ignoranza e la schiavitù, è sacrosanto dovere.

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