< Priapea
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CLXXXVI
CLXXXV CLXXXVII

CLXXXVI.


Anzi che ’l cazzo a morte mi conduca,
     È forza provedermi molto bene,
     E mettere mi faccia sulle rene
     4Piastre di piombo, o qualche sanguisuga.
Però che vivo vivo mi manduca
     Questa lussuriaccia delle schiene,
     E per averle a tutte l’ore piene
     8Vommene in seme come la lattuca.
Sia benedetto il papa col suo gregge,
     Che di símile affanno non gli duole,
     11Per tal bisogno che gli ponga legge.
Egli, o che sia mal tempo, o che sia Sole,
     Puote a bell’agio trar delle corregge,
     14Rizza a suo modo, e chiava quando vuole.

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