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Niccolò Franco - Priapea (1541)
CVIII
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CVIII.
Lasso, che mille zappe al mio terreno,
(Dice d’Arezzo l’ortolan piangendo)
Tengo d’intorno, e mille rastri offendo
4Con mille aratri per squadrargli il seno.
Neppur gli stecchi in mezzo a solchi meno
Vengon mai per usanza, e sol comprendo,
Ch’ove più sudo all’opera e m’accendo,
8Meno la terra (oimè) spetro e mal sveno.
Felice agricoltor, che domi altiero
Le dure zolle, e le mal nate piante,
11E nel domarle hai più felice impero,
Io, per sudor d’aspre fatiche tante,
Che spero omai, se di trovar dispero
14Vomeri di diaspro e di diamante?
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