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CX CXII

CXI.


L’ortolano Aretin, nel suo gradito
     Antro, che ’n mezzo l'orto ha sempre un rivo,
     Dice disteso; quì dov’ora i’ scrivo,
     4Voi selvaggi pastor tutti v'invito
Nell’ombrosa spelonca, che v’addito,
     Se i membri irsuti nel gran caldo estivo
     Forse porrete, non l’avrete a schivo
     8Ove di fuor sembrasse orrido sito.
Fior quì vedrete, che perpetui sono,
     E spirar aure insieme e liete giostre
     11Di fiere, snelle e sciolte in abbandono.
Eco sempr’è per queste interne chiostre,
     Che vi risponda al doce ultimo suono,
     14Nelle percosse delle voci vostre.

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