< Priapea
Questo testo è stato riletto e controllato.
CXIV
CXIII CXV

CXIV.


In un alloro l’Aretin pastore,
     Ove il tronco la scorza avea men dura,
     Scolpì del Dio degl’orti la figura,
     4E disse, gli occhi al ciel rivolti e ’l core:
Cresca il bel lauro, e dal vivace umore
     Prenda ’l mio Dio la viva sua verdura,
     E co’ bei rami adegui la misura,
     8Vivendo a parte nel celeste onore.
Talchè, come il desío crescendo sale,
     Così cresca l’oggetto; e ’l mio restauro
     11Sia di vederlo al desiderio uguale.
E se in argento a me non lice e in auro
     Veggia, e col vero pregio trionfale
     14L’idolo mio scolpito in vivo lauro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.