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Niccolò Franco - Priapea (1541)
CXXI
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CXXI.
Così vi venga il cancaro e la peste
Preti, di Dio nimici e dell’altare,
Come a me voi venite per mangiare
4Delle mie pesche, e empirvene le ceste.
Nè menzogne si possono dir queste,
Che sì fatto mistiero in voi si pare,
Per esser consueti di portare
8Un tondo sempre raso nelle teste.
Ma son contento che m’assassiniate,
Per esserci di voi molto da dire
11In tutte le faccende che trattate.
Perchè ponete l’anima al morire,
E ci spendete ancor tutte l’entrate,
14Se un cazzo vi mettete a favorire.
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