< Priapea
Questo testo è stato riletto e controllato.
CXXI
CXX CXXII

CXXI.


Così vi venga il cancaro e la peste
     Preti, di Dio nimici e dell’altare,
     Come a me voi venite per mangiare
     4Delle mie pesche, e empirvene le ceste.
Nè menzogne si possono dir queste,
     Che sì fatto mistiero in voi si pare,
     Per esser consueti di portare
     8Un tondo sempre raso nelle teste.
Ma son contento che m’assassiniate,
     Per esserci di voi molto da dire
     11In tutte le faccende che trattate.
Perchè ponete l’anima al morire,
     E ci spendete ancor tutte l’entrate,
     14Se un cazzo vi mettete a favorire.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.