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XXXIX XLI

XL.


Vuol messer Carlo che non sia peccato
     Il ficcar la cognata per un tratto:
     E che aggia del Sanese, idest del matto
     4Chi può dormirci e non le dorme a lato.
Ed io proprio in un codice ho trovato
     Che si puó fare, ma con questo patto,
     Che il capo di Ser cazzo, appresso il fatto
     8Sia con l’asperges subito lavato.
E per Dio, gliè pazzía ben manifesta,
     Quando possiamo prendere dolcezza
     11A non sbragarci, e venderci la vesta.
Perchè i cazzi non portano cavezza,
     E non avendo più che un occhio in testa
     14Guardar non ponno ad ogni sottigliezza.

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