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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Vincenzo Leonio
VI1
Qual Fiumicel, che se tra verdi sponde
Nutre erbe e fior di vago prato in seno,
Limpida è sì, che specchio al Ciel sereno,
Alle Ninfe, e a’ Pastor forma coll’onde;
5Ma se per valli paludose immonde
Rivolge il corso, o in arido terreno;
Coll’alto limo, onde il lor fondo è pieno,
La chiarezza natìa mesce, e confonde,
Tal il fuoco d’amor chiaro risplende,
10Ardendo in cuor gentil: ma in rozzi petti
Perde il suo lume, oscuro e vil si rende.
Amor dunque non è, che i nostri affetti
Al bene, o al mal diversamente accede;
Ma o buoni, o rei, prende da noi gli effetti.
- ↑ Se l’Amore sia degno di lode, o di biasimo.
Note
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