Questo testo è stato riletto e controllato.


Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Alessandro Pegolotti


IV1


Quando lasciò del suo Ticin la sponda,
     Su cui l’estinto Maggi egra piangea,
     Qui giunse ove il real mio Fiume inonda,
     Clio lagrimosa e in guisa tal dicea:
5Or che cercando io vò quella feconda
     Virtù, che nel mio Carlo albergo avea;
     Chi per pietà m’insegna, ove s’asconda
     Quest’alta di valor gentile idea?
Io, che posava allor su queste amene
     10Piagge, lieto pensando al tuo bel canto,
     Che il Mincio più sonoro a render viene.
Sul Mincio, io dissi, a un nuovo Carlo accanto
     Vaane, e colà ritroverai quel bene,
     Che cerchi. Andò la Musa, e terse il pianto.

  1. In Morte di Carlo Maria Maggi.


Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.