Questo testo è stato riletto e controllato.
O maga egizia, che sì audace e franca L'ardor del nostro amore in te fu lampo
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Tommaso Stigliani


V

IL CAGNOLINO DONATO

     Quella candida man, che sempre scocca
nel misero mio cor faci e quadrella,
or un vil can, ch’ebbe piú amica stella,
teneramente lusingando tocca.
     E quella amorosetta e dolce bocca,
ov’ha per me ’l silenzio eterna cella,
a lui non ride pur, non pur favella,
ma in lui di baci una tempesta fiocca.
     Deh, perché questi agli amator dovuti
soavissimi vezzi, or da te sono
concessi, ingrata donna, ai rozzi bruti?
     Tu sai che chi Zerbin donotti, io sono:
or perché a lui tu baci i membri irsuti?
Si premia il donatore e non il dono.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.