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Folletto Goethe (in Roma)
Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'

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QUESTI OCCHI MIEI

Sin che florido è il corpo, ospite lieta,
l’alma lo alberga: ma dal di che vede
come questa sua casa è un po’ di creta,
che la pioggia corrompe e il verno fiede;
da quel di la solinga anima asseta
un arcano desio di mutar sede;
e, sognando e sperando altro pianeta,
sente crescer le forze a la sua fede.
Messer Iacopo, a me la inferma spoglia
par quella casa ruinata e sola,
che alberga una farfalla entro i rottami
L’ospite, afflitta di restar, s’invoglia
poco in quell’ombre; e, se di lá non vola,
è perché aspetta che Qualcun la chiami.

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