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Questo testo fa parte della raccolta Bartolomeo Dotti
VII
L’ABORTO NELL’AMPOLLA
A Giacopo Grandis, fisico e anatomico
Questo, Giacopo mio, sconcio funesto
cui diè morto natale il sen materno,
se maturo nascea, moria ben presto,
e voi d’intempestivo il fèste eterno.
Non so se dolce latte o pianto mesto
gli sia di quel cristal l’umore interno;
so ben che l’alvo suo fu come questo,
poi ch’utero da vetro io non discerno.
Vive quasi per voi chi per sé langue;
embrïone morì, scheletro nacque,
fatto parto immortal d’aborto essangue.
Uomo, impara! Insegnarti al Grandi piacque
che sia ventre di donna e maschio sangue
piú fral del vetro e men vital de l’acque.
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