< Rime (Andreini)
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Sonetto CLXXXIX
Sonetto CLXXXVIII Sonetto CXC

SONETTO CLXXXIX.


A
Ncor, ch’altro non sia questa mia vita,

Che vil massa di fango atra, ed impura
     In questa Valle di miserie oscura
     A tanti errori, à tante colpe unita;
Io pur Signor son del tuo grembo uscita,
     Son pur signor de le tue man fattura;
     Scorgimi dunque, e di me prendi cura,
     E dammi al ben’ oprar pietosa aìta.
Quell’età, ch’assai può, ma vede poco,
     Che d’insani pensier mai sempre abonda
     O Monarca del Ciel perdon m’impetri.
S’accenda l’alma del tuo santo foco,
     E di questi occhi miei la tepid’onda
     L’ostinata del cor durezza spetri.

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