< Rime (Andreini)
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Sonetto CXI
Sonetto CX Sonetto CXII

SONETTO CXI.


Q
Uella, che ne’ vostr’occhi fiamma io scersi

I miei sensi rapì sì dolce, ch’io
     Ogni affanno d’amor posto in oblìo
     A l’amato seren l’anima offersi.
Ogni chiuso pensier quindi v’apersi,
     Invocai nel mio canto Euterpe, e Clìo,

     Perche ’l vostro bel volto, e ’l desir mio
     Vivesse eterno ne’ miei dolci versi;
Ma ben s’intepidì l’ardor repente,
     Anzi si fèo tutto dì ghiaccio il core,
     Quand’io m’accorsi pur del vostro orgoglio.
O più che bella altera à voi mi toglio.
     S’altri fia mai, che v’ami habbiate in mente,
     Ch’odio diventa disprezzato amore.

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