< Rime (Andreini)
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Sonetto CXII
Sonetto CXI Sonetto CXIII

SONETTO CXII.


N
El bel, che ’n te mostrommi il Ciel fondai

Qual Pianta le radici del cor mio,
     E l’amoroso in me crebbe desìo
     Mentre lieta di speme io verdeggiai.
Da terra quindi al Ciel poggiar pensai,
     Ma di tua crudeltà vent’aspro, e rìo
     Seccò le frondi, e svelse l’arbor, ch’io
     Non vidi poscia rinverdir giamai;
E poi che per fiorir non haveàn loco
     Di novo ancor de la mia pianta i rami
     Al mio folle desìo troncai le piume.
Sarà chi senza speme, e serva, ed ami?
     Chi vide mai senz’onda correr fiume,
     O pur senz’esca mantenersi il foco?

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