< Rime (Andreini)
Questo testo è completo.
Sonetto CXIX
Madrigale LXIII Sonetto CXX

SONETTO CXIX.


C
Hi Delio ’l chiama, e chi nomarlo suole

Pastor d’Anfriso, chi dator del giorno,
     Chi de gli orbi celesti il lume adorno,
     E pur sempre è l’istesso amico Sole;
E se nube talhor contraria vuole
     Far à’ bei raggi temerario scorno
     Ei disgombrando il tetro horrore intorno
     Mostra pur sue bellezze altere, e sole;
Così ’l nome cangiar non gli contende
     La propria forma, nè mirar si toglie
     Suo lume ancorche da le nubi oppresso.
Dunque benche tù muti, e nome, e spoglie
     O mio Cinthio, ò mio Sol pur se’ l’istesso,
     E tua chiara virtute à noi risplende.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.