< Rime (Andreini)
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Sonetto LII
Sonetto LI Sonetto LIII

SONETTO LII.


F
Amoso Carlo, e per virtute altero

Dritto era ben, che t’annodasse il Fato
     A quel Rè potentissimo, e beàto
     Gloria, e splendor del chiaro sangue Hibero.
Dritto era ancor,che ’n vera pace, in vero
     Amor, e d’union teco legato
     Quegli fosse à gli scettri, à l’arme nato
     Non sò qual più gran Rege, ò gran guerriero,
Hor godi, e mentre il minaccioso orgoglio
     Langue di Marte, e la tua fama i vanni
     Spiega; de le tue palme il frutto prendi.
Quindi poi nel celeste Campidoglio
     Trionferai dopo gran giro d’anni
     Presso à i gran Rè, da la cui pianta scendi.

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