< Rime (Andreini)
Questo testo è completo.
Sonetto XCVIII
Sonetto XCVII Sonetto XCIX

SONETTO XCVIII.


M
A dimmi tù de’ miei pensier beàtrice

Vaga mia Dèa, come profondo è tanto
     Il sonno in te, che ’l mio doglioso pianto
     Non odi (ohime) qual Fato il mi disdice?
Già non dormon gli Dei (quant’alcun dice.)
     Disgombra dunque il tenebroso manto,
     Che vela i tuo’ bei lumi e ’l mesto canto
     Ascolta ò del mio mal prima radice;

E poi che ti formò Natura, e ’l Cielo
     Novo Sol di splendor, deh non ti spiaccia
     Fugar de l’ombre il tenebroso velo.
Deh per pietà prìa ch’io mi strugga, e sfaccia
     Nel centro de’ martir, ch’à te non celo
     Del mio grave dolor la notte scaccia.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.