< Rime (Andreini)
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Sonetto XXXIII
Sonetto XXXII Sonetto XXXIV

SONETTO XXXIII.


S
Peme fallace à che pur l’ale impiumi

Al mio vano desir, perch’ei conforte
     L’Anima trista? tue lusinghe accorte
     Troppo conosco, e gli empi tuoi costumi.

Sciogliete il freno pur dolenti lumi
     Al pianto, e tù mio cor apri le porte
     Al duol, sì che pietosa al fin la Morte
     Lo mio stame vital rompa, e consumi.
Così quegli egualmente e bello, e rio,
     Che di macigno il petto, e ’l cor sempr’hebbe
     Di mia morte vedrà sazio il desio;
O pur se del mio duol mai non gli increbbe
     In lui Pietà dal freddo cener mio
     Calde fiamme d’Amor destar potrebbe.

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