< Rime (Andreini)
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto XXXV
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SONETTO XXXV.
O
Infausti habitator del cieco Averno Le mestissime mie querele udite
Fuor de’ profondi eterni horrori uscite,
E correte al mio pianto, al duolo interno.
Più aspre entro ’l mio cor pene io discerno,
Che giù non hà la tormentosa Dite.
Spirti d’Abisso dunque à me venite,
Se bramate habitar novello Inferno.
Lascia antico Nocchier gli oscuri chiostri,
E i miei martir quasi Ombre disperate
Porta per l’onde homai del pianto mio.
Voi compagni al mio duol tartarei Mostri
L’acque nere di Lete hor mi recate
Sì, ch’altrui ponga, e me stessa in oblìo.
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