< Rime (Bembo)
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Caro sguardo sereno, in cui sfavilla
Mostrommi entro a lo spazio Se non fosse il penser

LXXXII.

Caro sguardo sereno, in cui sfavilla
quanta non vide altrove uom mai bellezza,
parlar saggio, soave, onde dolcezza
non usata fra noi deriva e stilla,4

solo di voi pensando si tranquilla
in me la tempestosa mente, avezza
mirarvi, udirvi, e, ciò più ch’altro apprezza,
lodando Amor, che col suo strale aprilla.8

Amor la punse, e poi scolpio l’adorna
fronte e i begli occhi, e scrisse le parole
dentro nel cor via più che ‘n petra salde;11

perch’ella, com’augel, ch’a parte vole
ond’ha suo cibo, a lor sempre ritorna
con l’ali del desio veloci e calde.14

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