< Rime (Bembo)
Questo testo è completo.
Fiume, onde armato il mio buon vicin
Ombre, in cui spesso il mio sol vibra Se voi sapete che ‘l morir ne doglia

CII.

Fiume, onde armato il mio buon vicin bebbe,
quando del gorgo e de la destra riva
fugò lo stuol di Sparta, che veniva
di quel cercando, che trovar gl’increbbe,4

qual ti fe’ dono e quant’onor t’accrebbe
quel dì, che ‘l corso tuo leggiadra e schiva

vincea Madonna, e ‘n contro a te saliva
col sol, ch’a lei mirando invidia n’ebbe,8

e d’un oscuro nembo ricoperse
la ricca navicella d’ogn’intorno,
che di ventosa pioggia la consperse.11

Ma poi, come temesse infamia e scorno
di tal vendetta, il ciel turbato aperse,
rendendo a Teti chiaro e puro il giorno.14

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.