< Rime (Bembo)
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Quando ‘l mio sol, del qual invidia
Amor, mia voglia e ‘l vostro altero O superba e crudele, o di bellezza

LXXXVI.

Quando ‘l mio sol, del qual invidia prende
l’altro, che spesso si nasconde e fugge,
levando ogni ombra, che ‘l mio bene adugge,
vago sereno agli occhi miei risplende,4

sì co’ suoi vivi raggi il cor m’accende,
che dolcemente ei si consuma e strugge
e come fior, che ‘l troppo caldo sugge,
potria mancar, che nulla ne ‘l difende.8

Se non ch’al suo sparir m’agghiaccio, e poi
con vista d’uom, che piange sua ventura,
passo in una marmorea figura.11


Medusa, s’egli è ver, che tu di noi
facevi petra, assai fosti men dura
di tal, che m’arde, strugge, agghiaccia e ‘ndura.14

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