< Rime (Bembo)
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Se la piú dura quercia, che l'alpe aggia
Molza, che fa la donna tua, che tanto Per far tosto di me polvere et ombra

CV.

Se la piú dura quercia, che l’alpe aggia,
v’avesse partorita, e le più infeste
tigri Ircane nodrita, anco devreste
non essermi sì fera e sì selvaggia.4

Lasso, ben fu poco aveduta e saggia
l’alma, che di riposo in sì moleste
cure si pose, e le mie vele preste
girò dal porto a tempestosa piaggia.8

Altro da indi in qua, che pene e guai,
non fu meco un sol giorno, et onta e strazio
e lagrime, che ’l cor profondo invia.11

Né sarà per inanzi, e se pur fia,
non fia per tempo: ch’i’ son, Donna, omai
di viver, non che d’altro, stanco e sazio.14

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