< Rime (Bembo)
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Trifon, che ‘n vece di ministri e servi
O pria sì cara al ciel del mondo parte Quel dolce suon, per cui chiaro

CXXII.

Trifon, che ‘n vece di ministri e servi,
di loggie e marmi e d’oro intesto e d’ostro,
amate intorno elci frondose e chiostro
di lieti colli, erbe e ruscei vedervi,4

ben deve il mondo in riverenza avervi,
mirando al puro e franco animo vostro,
contento pur di quel, che solo il nostro
semplice stato e natural conservi.8

O alma, in cui riluce il casto e saggio
secolo, quando Giove ancor non s’era
contaminato del paterno oltraggio,11

scendesti a far qua giù matino e sera,
perché non sia tra noi spento ogni raggio
di bel costume, e cortesia non pera.14

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