< Rime (Vittorelli) < Sonetti
Questo testo è stato riletto e controllato.
Al Nobil Uomo Ferdinando Toderini
Sonetti - Sonetto 4 Sonetti - Sonetto 6

Al Nobil Uomo Ferdinando Toderini per la Professione di sua Figlia


Sonetto allusivo all’aria sorridente espressa nel ritratto della sacra Sposa, dipinto dal celebre Castelli, prima che Ella entrasse nel Chiostro.

Qual io la veggio con un riso in bocca
    Da maestri colori espressa al vivo,
    Tal era un dì Costei, quando il nativo
    Dolce albergo lasciò, rosa non tocca.

Tal è pur oggi, che l’aurata ciocca
    Offre del crine in su l’altar votivo
    Fra il lieto suon de l’organo festivo,
    E il vano pianto de la turba sciocca.

Odi, Fernando, e l’amor tuo consola:
    Regnerà sempre il gaudio entro quel viso,
    Nè involar gliel potrà chi tutto invola.

Anzi tu stesso un giorno in Paradiso
    Fra le bell’alme da la nivea stola
    Conoscerai la Figlia a quel sorriso.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.