< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto L Sonetto LII


SONETTO LI

Ne’ più costante cor, nè meno ardente,
  Più dolce suono, o men vivo desire,
  Potran darmi giammai cotanto ardire,
  Che a sì dubbia speranza erga la mente.
Nè men convien tra la perduta gente
  Cercar rimedio al mio grave martire,
  Nè tranquillar là giù gli sdegni e l’ ire;
  Molto è il mio Sol da lor tenebre assente.
Ma se giova sperar in debil’ arte;
  Di Fetonte l’ ardir, d’ Icar le piume,
  Instrumenti sarieno al mio mal degni.
Da condurmi vicino a quella parte,
  Ove soggiorna il mio fulgente lume,
  Perch’ ei d’ alzarmi a miglior vol m’ insegni.

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