< Rime (Vittoria Colonna)
Questo testo è completo.
Sonetto LVI Sonetto LVIII


SONETTO LVII

DAl vivo fonte del mio pianto eterno
  Con maggior vena un largo rivo insorge,
  Quando lieta stagion d’ intorno scorge
  L’ alma, c’ ha dentro un lagrimoso verno.
Quanto più luminoso il Ciel discerno,
  Ricca la terra, e adorno il mondo porge
  Le sue vaghezze; il cor via più s’ accorge,
  Che ’l bel di fuor raddoppia il duolo interno.
Ristretta in luogo oscuro, orrido e solo,
  Ascosa, e cinta dal proprio martire,
  Legati i sensi tutti al bel pensiero.
Con veloce, spedito, e fiero volo
  Venir la mente al mio sommo desire,
  Oggi è quanto di ben nel mondo spero.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.