< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto LXVIII Sonetto LXX


SONETTO LXIX

L’alte virtù d’ Enea superbe e sole
  Fan risonar quel chiaro almo intelletto;
  Ma se ’l Ciel dava al canto egual soggetto,
  Propria luce a quest’ occhi era ’l mio Sole.
Questo lume, che ’l mondo onora e cole,
  Dava cagion d’ alzar suo grand’ effetto;
  Nè tal splendor or cape in minor petto,
  Onde ciascun della sua età si dole.
Non già, che la materia il nome eterno
  Toglia a sì degno Autor, nè a tali effetti
  Merto e ragion non faccian chiara istoria;
Ma condur quest’ in Ciel, non nell’ inferno,
  Lodar vera virtù, non saggi detti
  Farian più chiara l’ una e l’ altra gloria.

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