< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto LXX Sonetto LXXII


SONETTO LXXI

Miser, che debbo altro, che pianger sempre?
  S’ io miro la beltà, ch’ in terra adoro,
  Le stelle, i bei rubin, le perle, e l’ oro,
  Perchè la vaga luce il duol contempre;
Raddoppia il mio martir, non par che ’l tempre,
  Ch’ io senza speme miro ’l bel tesoro,
  Onde n’ acquisto danno, e non ristoro,
  Sicchè convien piangendo io mi distempre.
L’ oro il laccio nel cor, i rubin fiamma,
  Lagrime amar le perle, e i dolci lumi
  Strali, ch’ al petto anno infallibil segno:
Sicchè ’l novo mirar di nuovo infiamma,
  E mirando convien, che mi consumi:
  Morir non posso, e tal viver disdegno.

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