< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XX Sonetto XXII


SONETTO XXI

De’ gravosi pensier la turba infesta
  Signoreggia sì ’l cor, la mente, e l’ alma,
  Che questa vita, e la noiosa salma,
  L’ una m’ è grave omai, l’ altra molesta.
E la cogion, ch’ al mio scampo si presta
  Fu già, che d’ ogni guerra intera palma
  Mi porse; or nella luce altera ed alma
  Si vive, e lascia me dogliosa e mesta.
Tempo ben fora, che dal martir vinta,
  O dal soccorso suo chiamata al Cielo,
  Avesser fin sì lunghi e amari giorni.
La propria man dal duol più volte spinta
  Fatto l’ aria; ma quell’ ardente zelo
  Di trovar lui fa pur, ch’ a dietro io torni.

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