< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XXIX Sonetto XXXI


SONETTO XXX

Quella stessa ragion, che pria raccolse
  All’ altiera mia luce i miei pensieri,
  Dovria cangiarli di fallaci in veri,
  E ridurmi nel grado, onde mi tolse.
Ella d’ un saldo laccio il cor m’ avvolse,
  Non fur li sensi semplici o leggieri;
  Ella sostiene ancor quei nodi intieri
  Sì, che ’l colpo mortal non li disciolse.
Ella mi fe seguir gli ardenti lumi,
  Spregiando libertate, e ’n quel bel stato,
  Passar con dolce speme i giorni amari.
Ma di speranza io priva, quei costumi
  Dovria mutar in più securi e rari
  Desiri omai, vincendo il Cielo irato.

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